Viaggio nella Pompei etrusca, si apre domani la mostra nella Palestra Grande

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Un viaggio che comincia con le prime influenze etrusche in Campania, prosegue con la fondazione della Pompei più antica intorno al 600 a.C. e arriva al tramonto della civiltà etrusca, attraverso 800 reperti provenienti da musei italiani ed europei, esposti in 13 sale allestite nel portico Nord della Palestra grande degli Scavi di Pompei. Si apre domani la mostra ‘Pompei e gli Etruschì, promossa dal Parco archeologico in collaborazione con il Museo archeologico nazionale di Napoli e il Polo museale della Campania. In programma fino 2 maggio prossimo, l’esposizione chiude la trilogia sulle ‘connessioni mediterraneè aperta dall’Egitto nel 2016 e proseguita dalla Grecia nel 2017, rilanciando la ricchezza e l’importanza delle contaminazioni tra le elìte campane etrusche, greche e indigene, che hanno come fulcro Pompei. L’allestimento del direttore generale dell’area archeologica, Massimo Osanna, e di Stèphane Verger, directeur d’etudes a l’Ecole pratique des hautes etudes di Parigi, segue una scansione cronologico-tematica e mette in luce le controverse dinamiche delle presenza etrusca in Campania attraverso bronzi, argenti, reperti in terracotta, ceramiche, tombe e santuari.

Un viaggio che comincia con le prime influenze etrusche in Campania, prosegue con la fondazione della Pompei più antica intorno al 600 a.C. e arriva al tramonto della civiltà etrusca, attraverso 800 reperti provenienti da musei italiani ed europei, esposti in 13 sale allestite nel portico Nord della Palestra grande degli Scavi di Pompei. Si apre domani la mostra ‘Pompei e gli Etruschì, promossa dal Parco archeologico in collaborazione con il Museo archeologico nazionale di Napoli e il Polo museale della Campania. In programma fino 2 maggio prossimo, l’esposizione chiude la trilogia sulle ‘connessioni mediterraneè aperta dall’Egitto nel 2016 e proseguita dalla Grecia nel 2017, rilanciando la ricchezza e l’importanza delle contaminazioni tra le elìte campane etrusche, greche e indigene, che hanno come fulcro Pompei. L’allestimento del direttore generale dell’area archeologica, Massimo Osanna, e di Stèphane Verger, directeur d’etudes a l’Ecole pratique des hautes etudes di Parigi, segue una scansione cronologico-tematica e mette in luce le controverse dinamiche delle presenza etrusca in Campania attraverso bronzi, argenti, reperti in terracotta, ceramiche, tombe e santuari.