Ecosistemi cognitivi
Porta Capuana docet

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L’area di Napoli attraversata da maggior fermento e voglia di cambiamento è senz’altro quella di Porta Capuana, fatta di fabbriche (nel senso settecentesco del termine) e monumenti straordinari, uno su tutti L’area di Napoli attraversata da maggior fermento e voglia di cambiamento è senz’altro quella di Porta Capuana, fatta di fabbriche (nel senso settecentesco del termine) e monumenti straordinari, uno su tutti l’isola monastica di San Giovanni in Carbonara. Un pezzo di città percorso da un salutare spirito di rinnovamento portato avanti con approccio multidisciplinare da imprenditori e urbanisti. Non è un caso se, da quelle parti, si moltiplicano iniziative volte ad attrarre nuovi investimenti e nuovi abitanti (sopratutto artisti). Parliamo di esperimenti come “I Love Porta Capuana” (www.iloveportacapuana.it), progetto di rigenerazione urbana nato dall’incontro di tre componenti, passeggiate, artigianato e cucina, al fine di innescare un processo di agopuntura ambientale non solo tramite la riqualificazione fisica, ma anche con interventi di natura culturale, sociale, economica ed ambientale. Parliamo di realtà luminose quali “Made in Cloister”, progetto nato nel 2011 dal desiderio di coniugare l’operato di promozione e di innovazione della tradizione artigianale con la salvaguardia del patrimonio architettonico. Progetto che ha già portato come suo primo straordinario risultato il restauro, finanziato con una intelligente campagna di crowdfounding, del chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, massimo esempio di architettura rinascimentale a Napoli. Promosso dall’imprenditore Davide De Blasio(Tramontano) e dagli architetti Rosa Alba Improta e Giuseppe Martiniello, il progetto nasce dal desiderio di proteggere, di promuovere e di innovare la tradizione del fare artigianale. L’individuazione e l’acquisto degli immobili situati all’interno del complesso del Lanificio, già convento dell’adiacente chiesa di Santa Caterina a Formiello, hanno permesso di dare uno spazio fisico al progetto, collocandolo in uno dei centri nevralgici della città. Se si lavora bene i risultati arrivano e infatti nell’ultima settimana Made in Cloister ha fatto parlare di Napoli la stampa nazionale ed internazionale per aver ospitato il maestro del cinema David Lynchper un video musicale, interpretato dalla sua musa Chrysta Bell e diretto da Nicolangelo Gelormini. Ed è sempre in quest’ottica che il quartiere riesce a convogliare nella sua offerta culturale anche alcune significative espressioni della musica “indie”, probabilmente fino ad un recente passato destinata ai teatri ed ai club del centro antico. Come “Rapsodia Satanica”, esperimento audiovideo firmato dai Giardini di Mirò, storica band reggiana legata i fasti del cosiddetto post-rock, all’interno del Lanificio 25, uno dei primi spazi ad aver creduto nella sfida di Porta Capuana. Si tratta della sonorizzazione dal vivo della storica pellicola del 1917 firmata da Nino Oxilia, in cui Alba d’Oltrevita pattuisce col diavolo un ritorno alla florida giovinezza promettendo, in cambio, di non innamorarsi mai. Oscillando tra languide atmosfere rarefatte e furiose cavalcate elettriche, la band riesce sempre ad esprimere una grande qualità e compattezza, anche con l’immagine in movimento. Un’altra bella pagina per una realtà metropolitana in continuo movimento.