Quarto, il sindaco alla Commissione Antimafia: da luglio chiesi espulsione De Robbio

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“Ho chiesto già da luglio l’espulsione di Giovanni De Robbio ai Cinque Stelle, l’ho chiesta subito e poi altre due volte, già durante il periodo della questione dello stadio, che era una questione politica, un simbolo. Ma ciò non è avvenuto”. Il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, arrivata a Roma accompagnata da alcuni assessori e consiglieri, che l’anno protetta da flash e telecamere “all’assalto” al suo arrivo a Palazzo San Macuto, accusa il Movimento parlando davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. Dice di aver chiesto quell’espulsione di De Robbio per ben tre volte, ma solo l’ultima volta, quando lei fu ascoltata dai pm napoletani che stanno conducendo l’inchiesta, dopo la quale minacciò le proprie dimissioni se De Robbio non fosse stato cacciato, la sua richiesta fu finalmente accolta dal Direttorio. “Sono passati solo 7 mesi ma sono sembrati 7 anni dal giorno del mio insediamento”, ha detto il primo cittadino. Capuozzo, che in alcuni passaggi ha definito il consigliere Giovanni De Robbio “un guascone, un esibizionista, un provocatore”, ma in altri ne ha evidenziato l’aggressività (“ho subito pressioni gravissime perchè incontrassi degli imprenditori per la vicenda dello stadio”), ha provocato una domanda della presidente dell’Antimafia Rosy Bindi: “Allora era minacciata o no?”, le ha chiesto la presidente. “Il mio errore è stata cercare la figura giuridica delle minacce ma quella non c’è stata”, ha detto il sindaco. “Io ero infastidita ma la figura giuridica della minaccia non c’era, io sono avvocato e non potevo denunciare un qualcosa che potevo percepire, infatti ho parlato di ricatto in uno sfogo telefonico. Altro è denunciare una minaccia se non hai prove di nulla”. “La minaccia non c’è stata – ha aggiunto – perchè non è completamente stupido, per questo non ho potuto denunciare”. Capuozzo ha anche detto di “aver rischiato quando ho aperto lo stadio” e di aver avuto “la percezione di poter denunciare Giovanni De Robbio quando lui mi fece vedere le foto” del presunto abuso edilizio. Sulla vicenda dell’appalto idrico e fognario, l’assessore agli Affari Generali del Comune, Donatella Alessi, rende noto che ieri la prefettura ha comunicato il commissariamento dell’appalto per 12 mesi e il traghettamento verso un nuovo appalto. “Due assessori sono stati indicati da Fico, al Bilancio e alla Legalità ma non sono mai arrivati perchè nel frattempo è arrivata la mia espulsione”, ha detto anche Capuozzo, che intendeva fare un rimpasto in dicembre e che ha detto di volere sempre che “il controllore fosse altro dal controllato e quindi che gli assessori non fossero del territorio”. Il capogruppo del Pd in Commissione Antimafia Franco Mirabelli ha chiesto l’audizione in Antimafia di Roberto Fico. A quel punto il vicepresidente dell’Antimafia, Luigi Gaetti (M5S) ha chiesto che vengano auditi i ministri Graziano Delrio e l’on Faraone, “ovvero quelle persone che non hanno mai chiarito la propria posizione”, l’uno su Brescello, l’altro sul sostegno chiesto a Pizzuto. “La versione che il sindaco Capuozzo ha fornito qui è edulcorata”, ha fatto notare Stefania Prestigiacomo (Forza Italia). “E’ poco credibile, ha aggiunto, che si chieda l’espulsione di un collega di partito solo perchè chiede di avere maggiore peso politico nelle decisioni del sindaco”. Bindi ha evidenziato che “è fondamentale che la lotta alla mafia non sia considerata o usata come mezzo di lotta politica o di divisione partitica, strumentalizzabile in un senso o nell’altro a seconda delle convenienze”.